Una delle prime e più significative codificazioni moderne di diritto civile nell'Europa del XIX secolo, il primo e unico codice civile completo in Serbia, il codice più longevo nella storia della Serbia moderna, il Codice Civile Serbo, fu adottato il 25 marzo (11 marzo secondo il vecchio calendario) del 1844.
Lo sviluppo del giovane stato serbo, le cui fondamenta erano la Costituzione di Sretenje (1835) o la cosiddetta Costituzione Turca (1838), determinò la necessità di creare un codice di diritto civile che sancisse l'inviolabilità della proprietà privata e fornisse un quadro giuridico per la trasformazione della società feudale arretrata sotto il dominio ottomano in una moderna società borghese europea.
Nel 1829, il principe Miloš nominò la Commissione Legislativa per la Redazione del Codice, con l'incarico di compilare un breve compendio di diritto modellato sul Codice Civile austriaco, ma basato sul diritto consuetudinario serbo. Le traduzioni delle leggi straniere non erano del tutto conformi alle condizioni e alle circostanze serbe, così nel 1834 i lavori della Commissione per la redazione del Codice furono sospesi. Nel 1837, la continuazione dei lavori fu affidata all'avvocato e scrittore Jovan Hadžić.
Il Codice Civile serbo, promulgato in occasione dell'Annunciazione del 1844, durante il regno del principe Aleksandar Karađorđević, illustra al meglio la continuità delle aspirazioni della società serba a unirsi agli stati moderni d'Europa in un aspetto importante della statualità e della legislazione civile.
Il fondamento di questo Codice fu il Codice Civile austriaco, ma in esso si possono riscontrare le influenze del diritto comune, del diritto romano, del Codice Civile francese del 1804, del diritto ecclesiastico e della Sharia. Il Codice afferma principi e valori liberali, integrando le norme costituzionali della Costituzione turca del 1838.
L'importanza del Codice Civile serbo, che con un totale di 950 articoli è tra le più brevi codificazioni civili, si riflette nel fatto che la sua adozione si discostò dall'eredità giuridica ottomana e stabilì un ordine sociale e giuridico basato sulla libertà personale e sulla proprietà privata, che rese il giovane Stato serbo di quei tempi orientato verso la via europea.