Il surf ha debuttato come sport olimpico ai Giochi di Tokyo 2020 e ha confermato la sua presenza a Parigi 2024. È stata confermata anche la sua partecipazione a Los Angeles 2028, consolidandone lo status di sport olimpico. Questo riconoscimento segna una pietra miliare nell'evoluzione del surf, che si è evoluto da antica tradizione a sport competitivo di alto livello.
Originario delle culture polinesiane, in particolare delle Hawaii, il surf era praticato da re e guerrieri come espressione spirituale e sociale strettamente legata all'oceano. Nel tempo, ha assunto una dimensione globale, trasformandosi in un fenomeno culturale con milioni di praticanti in tutto il mondo.
Nelle competizioni olimpiche, i giudici valutano aspetti come la difficoltà, l'innovazione, la fluidità e il controllo delle manovre, nella costante lotta dell'atleta contro le forze imprevedibili del mare.
La Spagna ha partecipato per la prima volta alle Olimpiadi di surf con tre rappresentanti: Nadia Erostarbe, Janire González-Etxabarri e Andy Criere. Erostarbe, nata a Zarautz, ha ottenuto un lodevole quinto posto, ottenendo il primo diploma olimpico di surf in Spagna. Le sue compagne di squadra si sono classificate diciassette, completando un'eccezionale prestazione nazionale.
L'inclusione del surf nel programma olimpico è stata fondamentale per la sua proiezione globale. In Spagna, questa spinta ha suscitato l'interesse delle nuove generazioni e consolidato la presenza del surf nell'arena sportiva nazionale. La partecipazione a Parigi 2024 ha rappresentato non solo un traguardo individuale per le atlete, ma anche un passo avanti per il surf spagnolo, che continua a crescere in popolarità, struttura e livello agonistico.
Il francobollo commemorativo dedicato al surf raffigura un'onda che si infrange, con un surfista che esegue una manovra, simbolo dell'energia e della bellezza di questo sport che unisce l'uomo al mare.