Le prime spedizioni slovene degli anni '60 (Trisual 1960, Kangbachen 1965 e Annapurna IV 1969) gettarono le basi per l'alpinismo sloveno in Himalaya. Grazie all'esperienza maturata in queste spedizioni, e alla consapevolezza che tutti i 14 Ottomila erano già stati conquistati, gli alpinisti sloveni si resero conto che scalare queste montagne seguendo le vie dei loro primi scalatori non era un obiettivo valido e che era necessario cercare nuove sfide.
Nel 1972 fu organizzata una spedizione per scalare la parete sud del Makalu, alta 8.485 metri, che raggiunse gli 8.000 metri, ma non la vetta. Una nuova spedizione fu quindi organizzata nel 1975 e raggiunse la vetta nell'ottobre di quell'anno: la prima ascensione del Makalu dalla parete sud. Tra il 6 e l'11 ottobre 1975, 11 dei 21 membri della spedizione raggiunsero la vetta. Con questa straordinaria impresa alpinistica, l'alpinismo sloveno raggiunse la vetta del mondo, sia letteralmente che figurativamente, consolidando in seguito la propria posizione con le scalate dell'Hidden Peak, dell'Everest e del Lhotse e con numerose grandi imprese da parte delle giovani generazioni di alpinisti.
Durante la spedizione emerse chiaramente che i portatori nepalesi, che avevano contribuito notevolmente al successo della spedizione dal punto di vista logistico, non possedevano adeguate competenze alpinistiche e risultavano quindi poco utili nei campi d'alta quota. Negli anni successivi, il capo della spedizione Aleš Kunaver creò una scuola per guide alpine a Manang per porre rimedio a questa situazione. Nei 40 anni dalla sua apertura, la Scuola di Alpinismo di Manang ha fornito a diverse generazioni di portatori nepalesi le competenze necessarie per diventare guide alpine qualificate, gettando così le basi per lo sviluppo del turismo in Nepal.