"La ragazza bandita, impiccata a Bosanska Krupa, ha mostrato una sfida senza precedenti": queste sono le parole usate nel verbale ufficiale dell'esecuzione del 1943 per descrivere l'impiccagione della diciassettenne catturata, partigiana ed eroina nazionale, Lepa Radic. Lepa nacque nel 1925 nel villaggio di Gasnica, vicino a Gradiska, in una famiglia che coltivava il patriottismo e l'onestà. Fin da bambina, mostrò un coraggio eccezionale e un forte senso di giustizia. Il suo amore per i libri, ma anche per il movimento di sinistra e per le idee di giustizia, uguaglianza e fratellanza, le fu instillato dallo zio Vladeta, che portava regolarmente alla nipote letteratura progressista da Banja Luka.
Evasa da una prigione ustascia nel dicembre 1941, lavorò come infermiera per diversi mesi, si unì ai partigiani e si impegnò attivamente nella lotta antifascista all'età di 15 anni. Suo padre Svetozar, il fratello quindicenne Milan e Lo zio Vlado fu ucciso nell'offensiva di Kozara. Come membro del Quartier Generale per l'Evacuazione dei Feriti e della Popolazione dalle Zone Minacciate, Lepa fu tra i più importanti organizzatori delle fughe del gennaio 1943. Guidò un gruppo di 150 tra donne, anziani e bambini verso la vicina Grmec. La sera dell'8 febbraio 1943, i membri della 369a Divisione "Diavolo" li circondarono improvvisamente e li catturarono. Quando le donne dei fuggitivi la esortarono a deporre le armi e a mettersi in salvo, lei rifiutò, invitando la popolazione a non arrendersi. Combatté eroicamente fino all'ultimo proiettile, lottando contro i tedeschi, cercando di proteggere la sua gente che veniva spietatamente maltrattata sulla strada per Bosanska Krupa. "Uccidetemi, la gente non è colpevole" - gridò Lepa, barcollando sotto i colpi del calcio del fucile. Dopo tre giorni di maltrattamenti, rifiutandosi di rivelare chi altri dei collaborazionisti partigiani si trovassero tra i fuggitivi. Fu portata al patibolo. Le mani legate con un cavo telefonico, senza scarpe, solo con calzini di lana, esausta e stanca, ma orgogliosa e ribelle. "Combattete, popolo, per la vostra libertà, non consegnatevi nelle mani dei malvagi! Lasciate che mi uccidano, ci sarà qualcuno che mi vendicherà" - esclamò prima di morire.
Il coraggio di Lepa, la sua devozione agli ideali e l'amore per la sua patria sono ricordati come simbolo di resistenza e sacrificio. Nel 1951, fu proclamata postuma eroina nazionale della Jugoslavia, la più giovane della storia. Il suo carattere e la sua opera rimangono un'ispirazione eterna per le generazioni future.