Il 28 aprile 2025 La Poste emetterà un francobollo commemorativo per celebrare l'80° anniversario della liberazione dei campi.
Il 23 luglio 1944 il campo di sterminio di Majdanek, situato nella Polonia orientale occupata, fu liberato dalle truppe sovietiche. Si tratta della prima scoperta di un campo di sterminio. Sul fronte occidentale, la stessa rivelazione ebbe luogo il 25 novembre con la liberazione di Struthof, nell'annessione dell'Alsazia, da parte dell'esercito americano. Con l'avanzata degli eserciti alleati, vennero liberati migliaia di campi di concentramento e di sterminio di tutte le dimensioni, l'ultimo dei quali fu Terezín in Cecoslovacchia, l'8 maggio 1945.
Le SS tentarono di distruggere le prove dei loro crimini, ad esempio facendo esplodere le camere a gas di Auschwitz. Inoltre, gettano i prigionieri sulle strade, affamati e intirizziti, per raggiungere altri campi più lontani dal fronte. Delle 700.000 persone internate nel gennaio 1945, circa 300.000 morirono durante gli ultimi mesi di guerra.
Il generale Eisenhower, che visitò il campo di Ohrdruf il 12 aprile 1945, ne fu disgustato e chiamò delle troupe cinematografiche per testimoniare la barbarie nazista. La liberazione non segna la fine dei tormenti per i deportati. Nei campi, i rifornimenti e l'assistenza medica sono improvvisati e il personale è carente. Per paura di diffondere l'epidemia di tifo che imperversava nel campo di Bergen-Belsen, gli Alleati trattennero lì i deportati per diverse settimane. 13.000 di loro morirono di tifo e a causa del loro stato generale di esaurimento.
Al loro ritorno, infine, i sopravvissuti – combattenti della resistenza deportati ed ebrei deportati – si trovarono di fronte alle difficoltà del ritorno alla vita normale. È il momento giusto per celebrare i combattenti e gli eroi, non le vittime.
Nel 2025, per l’80° anniversario della liberazione dei campi, Esther Senot, sopravvissuta ad Auschwitz, chiede la trasmissione della memoria: «Siamo rimasti solo una manciata di persone, contiamo su di voi.»